tag:blogger.com,1999:blog-6648365723130979572024-03-19T12:56:21.073-07:00Dott.ssa Schivardi MartaPsicologa PsicoterapeutaUnknownnoreply@blogger.comBlogger17125tag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-13038998818542142572017-09-20T02:13:00.002-07:002017-09-20T02:13:27.355-07:00Associazione su Facebook!!<div style="text-align: center;">
<b>Da oggi, l'Associazione Semplicemente Mamma è anche su Facebook.</b></div>
<br />
Lì è possibile leggere tutte le specifiche ed i progetti in corso, ed essere aggiornati in tempi brevi su tutte le novità....per cui, leggete e seguite le pagina!<br />
Buona lettura<br />
<br />
<a href="https://www.facebook.com/associazionesemplicementemamma/" target="_blank">https://www.facebook.com/associazionesemplicementemamma/</a>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-25044079701863605102016-09-22T05:35:00.000-07:002016-09-22T05:35:06.919-07:00Sostegno psicologico in gravidanza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbvIEfszk3PhURnXRpV90cX8IVAgwENlRCzDkWCx3CKtJgNXxf1CRUwMlEIY8oX54dix8uQw_415Odp9Vlb49R5IqGZSaRfmDB4q84ckA3qVV1zAYSq5maHkIThgt5p6VEBspDEg0fUs8g/s1600/volantino+fronte.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbvIEfszk3PhURnXRpV90cX8IVAgwENlRCzDkWCx3CKtJgNXxf1CRUwMlEIY8oX54dix8uQw_415Odp9Vlb49R5IqGZSaRfmDB4q84ckA3qVV1zAYSq5maHkIThgt5p6VEBspDEg0fUs8g/s320/volantino+fronte.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia9n8PomInEx_ZnEupPvQ33Cm1EYuvZTu0pdeonQ17I_QpvhQ6nCNntactlns3pvTV1LDCieFGZoFX9hzc6-oGxRhdzyhXbYtQQ0HiUBpWmcHushyphenhyphenOaYXBLgLYP_O7gWghoi8kkNfBqgji/s1600/volantino+retro.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia9n8PomInEx_ZnEupPvQ33Cm1EYuvZTu0pdeonQ17I_QpvhQ6nCNntactlns3pvTV1LDCieFGZoFX9hzc6-oGxRhdzyhXbYtQQ0HiUBpWmcHushyphenhyphenOaYXBLgLYP_O7gWghoi8kkNfBqgji/s320/volantino+retro.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-44780558979147595472016-07-25T05:34:00.001-07:002016-07-25T05:34:28.365-07:00Nuova associazione: SEMPLICEMENTE MAMMA<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Nasce l'associazione
Semplicemente Mamma, un'associazione di promozione sociale dedicata
al sostegno alla maternità ed alla famiglia.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
I servizi che
l'associazione si propone di fare, in linea con le direttive del
proprio statuto, mirano a sostenere le neo mamme, e le famiglie con
figli piccoli.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
In generale, i
servizi che l'associazione può fornire sono:</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<ul>
<li>
Lo Spazio-Mamma, un servizio rivolto a mamme con bambini di
età compresa tra gli 0 ed i 12 mesi. Si tratta di uno spazio (con
giochi ed ausili adatti ai primi mesi di vita) nel quale la neo
mamma può trovare confronto e sostegno con altre mamme.<br />
</li>
<li>
La Consulenza Psicologica, tenuta dalla Dott.ssa Schivardi
Marta, psicologa-psicoterapeuta. Su appuntamento, sarà quindi
possibile confrontarsi con una persona esperta circa le eventuali
problematiche che possono insorgere nella gestione dei bambini,
oppure per disagi legati a particolari momenti di vita.<br />
</li>
<li>
La gestione di uno spazio in forma di Ludoteca, nel quale i
bambini, accompagnati dai genitori, dai nonni o di altri adulti di
riferimento si possono intrattenere utilizzando i giochi messi a
disposizione.<br />
</li>
<li>
Il servizio più innovativo è quello dell'Assistenza
Domiciliare, rivolto a mamme con bambini di età compresa tra gli 0
ed i 6 mesi. Su appuntamento, una operatrice andrà a casa della
neomamma, per sostenerla ed aiutarla nell'organizzazione della nuova
dinamica familiare. Si configura non come un’assistenza ostetrica
o come un aiuto domestico, ma come una serie di “consigli”, di
momenti di sfogo e confronto al pari di quelli dati da un’amica o
una nonna.
<br />
</li>
</ul>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Da Settembre 2016,
l'Associazione inizierà una collaborazione con la struttura Scuola
Materna Sacra Famiglia, a Bedizzole (BS). La collaborazione prevede
la gestione di una stanza, con la principale mansione di fornire uno
spazio di “decantazione” per i genitori dei bambini frequentanti
la scuola nel periodo di inserimento. La fase di inserimento è
infatti un periodo delicato, per i bambini ma anche per i loro
genitori, che possono quindi trovare un momento dedicato allo scambio
alla pari con altri genitori, insieme ad un buon caffè.</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Data la novità del
servizio, la collaborazione sarà in continuo divenire...quindi
seguiranno certamente altri articoli per aggiornare sulle novità!</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-35498534401910859462016-01-20T07:35:00.000-08:002016-01-20T07:35:06.055-08:00Psicologo o Counselor?
<div align="left" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">E'</span></span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">
stata pubblicata in data 17 novembre 2015 dal T.A.R. una
decisiva </span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">sentenza
sul </span></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">counseling</span></span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">,
a seg</span></span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">uito
di un ricorso promosso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine.</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><br />
</span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">In
questa decisione viene riaffermato un principio fondamentale dello
Stato che è bene ricordare:</span></span></span></div>
<div align="left" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.5cm;">
<em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">lo
Stato presidia attraverso gli Ordini alcune aree particolarmente
rilevanti tra cui l’area della Salute, ovvero in Italia per
lavorare con la Salute delle persone è necessario avere una serie di
competenze garantite da un apposito percorso di studi), aver fatto un
Esame di Stato (ed essere iscritti al relativo Albo) e</span></span></span></em><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">d</span></span></span></em><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">
essere soggetti al governo di un apposito Ente pubblico (l’Ordine)
che vigila e governa tale comunità alla luce delle norme dello Stato
e attraverso uno specifico Codice Deontologico; le attività
professionali che si declinano all’interno delle aree presidiate
dagli Ordini sono da ritenersi </span></span></span></em><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><i><span style="font-weight: normal;">attività
riservate</span></i></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"> ai
professionisti iscritti all’Albo.</span></span></span></em></div>
<div align="left">
<strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">Ecco
alcuni dei passaggi salienti tratti direttamente dal testo della
sentenza:</span></span></span></span></strong></div>
<ol>
<li>
<div align="left" style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">Il
titolo di </span></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">counselor,
a parere dell’associazione “Assocounseling”, </span></span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">non
richiederebbe alcuna formazione accademica, né un'abilitazione
professionale, ma la mera iscrizione all'associazione stessa dopo la
frequenza di un corso triennale di formazione di natura privata
che </span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">abiliterebbe
a svolgere i seguenti interventi:<br />
</span></span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">1)
utilizzare strumenti conoscitivi (al pari degli psicologi) derivanti
da diversi orientamenti teorici;<br />
2) ascoltare e riflettere con
il cliente in merito alle sue difficoltà (in pratica quello che la
letteratura scientifica definisce come intervento per la prevenzione
in ambito psicologico);<br />
3) sostenere famiglie, gruppi e
istituzioni (ossia offrire sostegno in ambito psicologico rivolte
alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle
comunità)<br />
</span></span></span><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">Quindi
s</span></span></span></span></em><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">i
tratterebbe di attività coincidenti con quelle che la legge 56/89
riserva agli psicologi.</span></span></span></span></strong></div>
</li>
<li>
<div align="left" style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">T</span></span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">ale
descrizione </span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">dell’attività
dell’</span></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">AssoCounseling</span></span></span></span></em><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;"> è
anche talmente generica da potere </span></span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">comprendere
una vasta gamma di interventi sulla persona, sfuggendo ad una
precisa identificazione dell’ambito in cui la stessa viene a
</span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">sovrapporsi
all’attività dello psicologo.</span></span></span></span></strong></div>
</li>
<li>
<div align="left" style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">il
disagio psichico, anche fuori da contesti clinici, rientra nelle
competenze della professione sanitaria dello psicologo</span></span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">.</span></span></span></div>
</li>
<li>
<div align="left" style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">La
definizione dell’attività non regolamentata del </span></span></span><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">counselor</span></span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"> non
consente a questi operatori di non sconfinare nel campo proprio
degli psicologi.</span></span></span></div>
</li>
<li>
<div align="left" style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">Si
direbbe che </span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">l’intervento
del </span></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">counselor</span></span></span></span></em><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">sia
quello di </span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">fornire
delle tecniche di comunicazione</span></span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"> che
rendano più efficace e più soddisfacente l’interazione in
determinati contesti.</span></span></span></div>
</li>
<li>
<div align="left" style="border: none; padding: 0cm;">
<strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">Il
disagio psichico è una condizione che attiene senz’altro alla
sfera della salute ed è tale attinenza a giustificare i limiti ed i
controlli che vengono garantiti anche attraverso l’attività degli
ordini professionali.</span></span></span></span></strong></div>
</li>
</ol>
<div align="left">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">Credo
personalmente che si tratti di una sentenza fondamentale, che, dopo
molti anni di incertezza, permette finalmente di chiarire le diverse
professioni. In questo modo sono più chiari i limiti e le competenze
degli psicologi e dei counselor. Questa posizione presa dal
Consiglio, apre la discussione tra queste due professioni; invece di
alimentare i conflitti, cosa che poteva accadere </span></span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">quando
non c'era definizione dei rispettivi campi di intervento, permette un
maggior confronto. Questo confronto, ne tempo riuscirà a chiarire
quali interventi sono possibili da parte di uno psicologo e quali da
parte di un counselor.</span></span></span></div>
<div align="left">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">Un
altro messaggio di grande rilevanza che vi viene affermato è che </span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">il
disagio psichico, </span></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">anche
fuori da contesti clinici</span></span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">,</span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></strong><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">rientra
pienamente </span></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">nelle
competenze della professione sanitaria dello psicologo</span></span></span></span></em><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">”.</span></span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"> </span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">Si
tratta di una esplicitazione chiara del </span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">significato
ampio da attribuirsi al concetto di Salute</span></span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"> </span></span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">e
del senso legato all’essere </span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">professione
sanitaria</span></span></span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;">: </span></span></span><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">lo
psicologo non opera soltanto sulla psicopatologia ma si occupa in
primis del </span></span></span></span></em><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">benessere
psicologico</span></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;"> di
individui, gruppi e comunità e lo fa </span></span></span></span></em><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-weight: normal;">in
tutti i contesti</span></span></span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;"> ove
interviene.</span></span></span></span></em></div>
<div align="left">
<em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: 8pt;"><span style="font-style: normal;">Questa
sentenza quindi si configura come il primo passo verso una maggior
definizione della professione di psicologo, che permetterà anche
agli utenti di essere maggiormente consapevoli.</span></span></span></span></em></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-42136466483289211402015-10-14T06:26:00.000-07:002015-10-15T02:48:07.465-07:00Psicodifferenze<div class="p1">
<b>Che differenza c'è ?</b></div>
<div class="p2">
<b></b><br /></div>
<div class="p3">
Non tutti quelli che fanno un lavoro che inizia con "psico-" fanno le stesse cose. Per avere le idee un po' più chiare (e per non rischiare di sprecare tempo e denaro rivolgendoci alla figura meno adatta al nostro problema), cerchiamo di fare un po' di chiarezza tra i vari "psico-mestieri". </div>
<div class="p4">
</div>
<div class="p5">
<b>Psicologo </b></div>
<div class="p6">
<b></b><br /></div>
<div class="p3">
Lo psicologo tratta i disagi interiori fornendo un aiuto <span class="s1">non farmacologico</span> (ad esempio colloqui di sostegno, consulenze, tecniche di rilassamento, ecc.). Non ha nessuna competenza sui farmaci, a meno che non sia anche un medico. Uno psicologo non medico non ha alcun titolo per prescrivere medicine. </div>
<div class="p3">
Per definirsi psicologi bisogna essere iscritti all'<b>Ordine Professionale</b> della propria regione. Il che significa: </div>
<ul class="ul1">
<li class="li3">essersi laureati in Psicologia o in Medicina;</li>
<li class="li3">dopo la laurea, avere fatto un tirocinio pratico di almeno un anno;</li>
<li class="li3">dopo il tirocinio, avere superato un esame di stato.</li>
</ul>
<div class="p3">
Da qui potete vedere che con la sola laurea in Psicologia non ci si può definire psicologi. <span class="s1">Solo chi è iscritto all'Ordine, e nessun altro, può dirsi psicologo.</span></div>
<div class="p3">
Questo è un punto molto importante, perchè chi si presenta come psicologo ma non è iscritto all'Ordine:</div>
<div class="p3">
- non è in grado di garantire una preparazione professionale adeguata; </div>
<div class="p3">
- davanti alla legge commette il reato di "esercizio abusivo della professione". </div>
<div class="p4">
<br /></div>
<div class="p3">
Per verificare l'iscrizione o meno del professionista all'Ordine, è sufficiente consultare internet; bisogna tenere presente che ogni regione ha un suo albo d'iscrizione (ad esempio Ordine Psicologi Lombardia), e che può essere possibile che uno psicologo che lavori all'interno di una regione, sia però iscritto nell'albo di una regione differente.</div>
<div class="p4">
</div>
<div class="p5">
<b>Psicoterapeuta </b></div>
<div class="p6">
<b></b><br /></div>
<div class="p3">
La psicoterapia è un intervento che va più in profondità della “semplice” consulenza psicologica. </div>
<div class="p3">
Ci sono moltissime scuole di psicoterapia, ognuna delle quali ha un suo orientamento teorico e tecnico: quindi non è corretto parlare di "terapia" al singolare, come se fosse un intervento sempre uguale e fatto sempre allo stesso modo. E' più giusto parlare di "psicoterapie" al plurale. Questo vuol dire che i terapeuti possono lavorare in modi anche molto differenti fra loro. Perciò è molto complesso spiegare cosa succede durante una terapia, perché le cose possono cambiare moltissimo in base alla scuola seguita dal terapeuta. La cosa migliore, quindi, è chiedere direttamente a lui come lavora. </div>
<div class="p4">
<br /></div>
<div class="p3">
Quanto alla legge, per fare gli psicoterapeuti bisogna: </div>
<div class="p3">
- essere già psicologi, oppure medici specializzati in psicoterapia, </div>
<div class="p3">
- avere frequentato, dopo la laurea, una scuola di specializzazione riconosciuta dallo Stato di almeno quattro anni. </div>
<div class="p3">
Quindi chi è "soltanto" psicologo non può fare terapia e non può chiamarsi psicoterapeuta. </div>
<div class="p3">
Per essere certi che lo psicologo a cui ci rivolgiamo sia anche terapeuta, la strada più sicura è consultare il suo <b>Ordine Professionale</b>: deve esservi iscritto con entrambi i titoli. </div>
<div class="p4">
</div>
<div class="p5">
<b>Psicoanalista</b></div>
<div class="p6">
<b></b><br /></div>
<div class="p3">
Il termine "psicoanalista" era nato inizialmente per definire chi aderiva al pensiero freudiano, ma successivamente ha finito per indicare chiunque, nella sua attività, si ispira ai concetti di base della psicoanalisi (freudiana o meno). </div>
<div class="p3">
La<b> psicoanalisi</b> è sia una teoria sul funzionamento della mente, che un modo specifico di intervento sui disagi interiori. Si associa in genere al nome di Sigmund <b>Freud</b>, che fu il primo a metterla a punto. Si ignora spesso, però, che da Freud in poi sono nate moltissime correnti psicoanalitiche: questo vuol dire che è un errore fare coincidere la psicoanalisi esclusivamente con Freud. </div>
<div class="p3">
Quelle scuole di psicoterapia che si ispirano alla psicoanalisi insegnano a praticare la cosiddetta "psicoterapia psicoanalitica". </div>
<div class="p4">
</div>
<div class="p5">
<b>Psichiatra</b></div>
<div class="p4">
<br /></div>
<div class="p3">
Lo psichiatra è un laureato in <b>Medicina</b> che ha, dopo la laurea, ottenuto la specializzazione in Psichiatria. </div>
<div class="p3">
Essendo un medico, ha competenza per prescrivere <span class="s1">farmaci</span>. Questo gli permette di intervenire sui disturbi mentali dal punto di vista farmacologico. </div>
<div class="p3">
E' un errore pensare che lo psichiatra, in quanto medico, sappia intervenire solo tramite le medicine. Dipende molto dall'approccio che egli sceglie di seguire. Accanto a specialisti che privilegiano l'uso dei farmaci si trovano altri che affrontano le malattie associando ai farmaci un intervento anche psicologico (gestito o sempre da loro o appoggiandosi ad altri professionisti). </div>
<br />
<div class="p4">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-45236391170440806872014-08-07T02:54:00.002-07:002014-08-07T02:54:39.179-07:00Un pò di pubblicità...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0Qss9l0QupjyMQTB7gFjnlgWA3GGorsekwX2VJ1wpmGef695I4yasQwH2f1-W0-Edz9ATPLwDcH_cHaL-l7tlxIPTKw7GStcGPJtj76SZsflGU338rlpDOABatytvViIosVb361DqkSWG/s1600/logo+pagineblu.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0Qss9l0QupjyMQTB7gFjnlgWA3GGorsekwX2VJ1wpmGef695I4yasQwH2f1-W0-Edz9ATPLwDcH_cHaL-l7tlxIPTKw7GStcGPJtj76SZsflGU338rlpDOABatytvViIosVb361DqkSWG/s1600/logo+pagineblu.jpeg" height="181" width="320" /></a></div>
<a href="http://www.psicologi-psicoterapeuti.it/" target="_blank">Elenco Psicologi Pagine Blu Elenco Psicoterapeuti Pagine Blu Guida Psicologi Pagine Blu Guida Psicoterapeuti Pagine Blu Psicologi Pagine Blu Pagine Blu Psicologi Pagine Blu Psicoterapeuti Pagine Blu Psicologi Psicoterapeuti Psicologi Psicoterapeuti Pagine Blu Pagine Blu Psicologi Pagine Blu Psicologi Psicoterapeuti Pagine Blu Psicoterapeuti Guida psicologi Elenco psicologi Elenco psicologi online Elenco psicoterapeuti online Psicologi Psicoterapeuti Psicologi on line Psicologi online Psicologi Psicoterapeuti on line Psicologi Psicoterapeuti online Trova Psicologi Pagine Blu Trova Psicoterapeuti Pagine Blu Ricerca Psicologi Ricerca psicologi in altre città Guida agli psicologi Guida alla scelta dello psicologo Come scegliere uno psicologo Psicologi in ogni città</a><br />
<br />
<br />
Da oggi apparirò anche in questo sito, se volete date un'occhiata!Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-25579589220811349492013-05-15T04:07:00.002-07:002013-05-15T04:07:30.091-07:00Pericoli della partecipazione mediatica....Riporto un articolo scritto da <a href="http://lnx.sipap.org/" target="_blank">S.I.P.A.P. </a>(Società Italiana Psicologi Area Professionale Privata), nella persona di Lelio Bizzarri.<br />
<br />
<br />
<h2 class="art-postheader" style="background-color: #2e363d; color: #a2adb9; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 24px; margin: 5px 0px; padding: 0px;">
Psicologi portatori di stigma sociali? No, grazie.</h2>
<div class="art-postmetadataheader" style="background-color: #2e363d; background-image: url(http://lnx.sipap.org/templates/sipapmbp3/images/postmetadataheader_bg.png); border: 0px solid rgb(88, 102, 116); color: #919eac; font-family: Tahoma, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; overflow: hidden; padding: 1px;">
<div class="art-postheadericons art-metadata-icons" style="color: #dce0e5; padding: 1px;">
<img alt="postauthoricon" height="18" src="http://lnx.sipap.org/templates/sipapmbp3/images/postauthoricon.png" style="border: none; margin: 2px; vertical-align: middle;" width="18" />Scritto da Lelio Bizzarri - Coordinatore Sipap Regione Lazio</div>
</div>
<div class="art-postcontent" style="background-color: #2e363d; color: #919eac; font-family: Tahoma, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px;">
<div class="art-article">
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;"><img alt="epilessia" height="200" src="http://lnx.sipap.org/images/stories/Iniziative/epilessia.jpg" style="border: 0px solid rgb(88, 102, 116); float: left; margin: 7px;" width="300" /><span style="color: white;">Il 18 aprile 2013, durante la trasmissione “La vita in diretta”, una collega psicologa ha rilasciato dichiarazioni in merito alla vicenda dell’omicidio di Sarah Scazzi che hanno destato l’indignazione di varie associazioni di persone affette da disturbi epilettici (AICE, LICE), nonché sollevato un’onda mediatica che si è abbattuta sulla nostra categoria (la quale, da via della Stamperia in poi, sembra essere sempre più spesso alla ribalta della cronaca per episodi non proprio edificanti), con gli articoli de “La Stampa”, del “Corriere.it”, de “Il Sole24ore” e vari altri blog, giornali on-line.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">Che cosa ha detto questa collega?</span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">Riferendosi a Michele Misseri afferma: “… forse c’è qualcosa che non va in quest’uomo, qualche rotella fuori posto e chi sa che questa rotella fuori posto non sia stata fuori posto in quel momento (nel momento dell’omicidio di Sarah Scazzi, – nda) questo nessuno ce lo potrà mai dire, anche se, attenzione non è mai troppo tardi perché lui si presenti spontaneamente da uno psichiatra, da uno psicologo, voglio dire non è mai troppo tardi per capire com’è il funzionamento, noi come facciamo a sapere, ad esempio, che Michele Misseri non soffre di epilessia? Come facciamo a sapere che lui non ha sofferto e soffre di crisi epilettiche? Potrebbe essere che ha ucciso in preda ad una crisi epilettica …”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">Intanto precisiamo che le dichiarazioni riportate sono state fatte due giorni prima della sentenza con la quale il Misseri è stato condannato ad 8 anni per l'accusa di soppressione di cadavere e furto aggravato di telefonino, ma assolto per l'accusa di omicidio.</span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">Precisato ciò per dovere di cronaca, torniamo alla vicenda che interessa la categoria degli psicologi e lo facciamo dicendo che siamo sicuri che la collega si è espressa male, condizionata dalla concitazione dell’esposizione mediatica, e con questo nostro articolo vogliamo anche invitarla ad usare tutti i mezzi di divulgazione in suo possesso per rettificare e chiarire il suo pensiero. Così come siamo disposti ad ospitare, pur non essendo una nostra socia, una sua dichiarazione di rettifica in merito.</span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">Non possiamo, però, accettare che un’illustre rappresentante della nostra categoria, dichiari pubblicamente che l’epilessia possa indurre una persona a commettere dei delitti. Innanzitutto perché quest’affermazione non ha alcun fondamento scientifico, bensì affonda le sue radici in stereotipi e pregiudizi duri ancora a morire nelle persone comuni, e, in secondo luogo, perché dette affermazioni gettano discredito su tutta la categoria degli psicologi.</span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">Ci teniamo a sottolineare che il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani a questo riguardo, in più articoli, fa riferimento:</span></div>
<ul style="list-style-type: square; margin: 1em 0px 1em 2em; padding: 0px; text-align: justify;">
<li style="color: #fbe078; font-size: 15px; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">alla responsabilità sociale che lo psicologo ha in virtù del potere suggestivo dei suoi interventi;</span></li>
<li style="color: #fbe078; font-size: 15px; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">all’obbligo del rispetto della dignità delle persone;</span></li>
<li style="color: #fbe078; font-size: 15px; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">alla doverosa attenzione per la validità e attendibilità delle fonti e dei dati su cui basa le proprie ipotesi e conclusioni.</span></li>
</ul>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">La nostra urgenza è innanzitutto quella di ribadire che il binomio epilessia-potenziale assassino, adombrato nelle dichiarazioni della dottoressa intervistata a “La vita in diretta”, non ha alcun fondamento scientifico e diffondere detta rettifica a quante più persone possibile dato che le succitate dichiarazioni erronee sono state ascoltate da milioni di telespettatori.</span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">In seconda istanza vogliamo utilizzare questo triste episodio come spunto di riflessione per tutti i/le colleghi/e circa l’importanza del nostro ruolo nella società soprattutto quando quello che affermiamo è amplificato dal mezzo mediatico.</span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">Gli psicologi possono svolgere un ruolo fondamentale nel sensibilizzare le persone a prendersi cura della propria salute mentale e del benessere psicologico, possono mettere in evidenza i meccanismi della comunicazione e le dinamiche psicosociali che contribuiscono a costruire pregiudizi e stereotipi favorendo l’integrazione oppure, al contrario, con dichiarazioni sbadate come queste, possono alimentare questi stessi stigma sociali. Inoltre, dare ad essi una veste pseudoscientifica li rende ancor più coriacei e resistenti a smentite.</span></div>
<div style="margin-bottom: 12px; margin-top: 12px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: white; font-family: 'book antiqua', palatino; font-size: 12pt;">Nella speranza che episodi così grossolanamente lesivi del benessere psicosociale dell’utenza, nonché della reputazione della nostra categoria, non si verifichino più, reiteriamo ancora una volta il nostro invito affinché tutta la categoria si faccia promotrice della divulgazione di informazioni corrette in merito alla natura dei disturbi epilettici. Inoltre auspichiamo che ogni collega si impegni quanto più possibile per mettere sempre e comunque il rispetto della dignità delle persone al primo posto, tanto negli interventi diagnostici e terapeutici, così come nelle comunicazioni di carattere informativo e formativo.</span></div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-33916215398403458382013-04-27T02:50:00.002-07:002013-04-27T02:50:57.881-07:00Locandina Maggio di Informazione Psicologica, Brescia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_LXLxelAkpUH3h9k0J5lD7o9u5l6X-Ur7p229g9hb_ZhL5KSG9m0UjqSRPDl2f0rYk7nc55wvqz1ZuAarvnNLmV8HPLNXFMm-Mr1BzWj_X2GnGWmHLzNdrE7qakjV8natKX2tiFqy8qof/s1600/volantino+mip+fronte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_LXLxelAkpUH3h9k0J5lD7o9u5l6X-Ur7p229g9hb_ZhL5KSG9m0UjqSRPDl2f0rYk7nc55wvqz1ZuAarvnNLmV8HPLNXFMm-Mr1BzWj_X2GnGWmHLzNdrE7qakjV8natKX2tiFqy8qof/s1600/volantino+mip+fronte.jpg" height="320" width="226" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2mQAyVWY7cBInBdi8J69DuxIUmQIWYwvaaaSFMQriH-EkLanoiuOBvRB1vyEB674m7gUgDAqt0EO3b1KXhYQGtUD8tTkGyfz6yT-xXH4S9VuIfvmJiOCTQCVmwvTxn9lQCx-Yx1FpJaYe/s1600/A5_retro+ultimo+modello+(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2mQAyVWY7cBInBdi8J69DuxIUmQIWYwvaaaSFMQriH-EkLanoiuOBvRB1vyEB674m7gUgDAqt0EO3b1KXhYQGtUD8tTkGyfz6yT-xXH4S9VuIfvmJiOCTQCVmwvTxn9lQCx-Yx1FpJaYe/s1600/A5_retro+ultimo+modello+(1).jpg" height="320" width="226" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-49130800343803187732013-04-13T03:57:00.001-07:002013-04-13T03:57:22.563-07:00Maggio di Informazione PsicologicaAnche quest'anno si replica questa importante iniziativa, cioè il mese del Benessere Psicologico.<br />
Gli psicologi aderenti al sito <a href="http://www.psycommunity.it/" target="_blank">Psycommunity</a> organizzano incontri informativi aperti alla popolazione, ed offrono un primo colloquio gratuito.<br />
Con le parole del sito stesso:<br />
<br />
<span style="color: #333333; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 20px;">In un mondo in crisi, sono sempre più numerose le persone escluse e marginalizzate, con un aumento vertiginoso dei numeri del disagio psichico. Di fronte a questi nuovi problemi, la psicologia sta studiando strategie non tradizionali per promuovere il benessere.</span><br style="color: #333333; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 20px; margin: 0px; padding: 0px;" /><span style="color: #333333; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 20px;">Gli psicologi del MIP sono stati tra i primi, in Italia, a muoversi in questa direzione, fornendo, già dal 2008, a tutti la possibilità di accedere gratuitamente alla prevenzione psicologica, incontrando le persone per informarle e promuovere la salute a tutto tondo, in funzione di stili di vita più sostenibili per i singoli e per le comunità. Perché "non c'è salute senza salute mentale"!</span><br />
<span style="color: #333333; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 20px;"><br /></span>
<h3>
<span style="color: #333333; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 20px;">Quindi affrettatevi a consultare il <a href="http://www.psicologimip.it/brescia/" target="_blank">sito MIP della provincia di Brescia</a>, nel quale potrete consultare le varie iniziative organizzate, nonchè l'elenco degli psicologi che offrono un colloquio gratuito (tra cui io).</span><span style="color: #333333; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 20px;">Buon Maggio a tutti!</span></h3>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-16244727860938166512013-02-28T01:03:00.002-08:002013-02-28T01:04:26.245-08:00Cos'è la Psicologia Clinica?Il termine <i>Clinico</i> deriva dal greco, ed indicava la posizione sdraiata del malato ed il medico chino al suo capezzale. Tale raffigurazione contiene l'essenza del metodo clinico, e cioè la relazione del medico col paziente.<br />
Oggi in medicina non è più così; il progresso tecnologico ha messo in ombra la relazione interpersonale e la sua individualità. Oggi il paziente viene visitato da vari specialisti, attraverso una serie di innumerevoli esami di laboratorio. Tutto ciò con lo scopo di conseguire una rapida diagnosi. Il cambiamento così avvenuto in medicina, cambia pertanto il significato originario di <i>Clinico</i>.<br />
Questo senso è invece rimasto in psicologia. In medicina <i>Clinico</i> è diventato ormai sinonimo di curativo, terapeutico, e trova il suo fondamento nel fatto che ad una specifica diagnosi corrisponde una specifica terapia. In psicologia non siamo mai di fronte a "malattie", ma solo, eventualmente, a "sindromi". Per questi motivi è importante sottolineare come la trasposizione dei modelli medici dalla medicina alla psicologia clinica risulti impropria e fuorviante.<br />
La Psicologia Clinica opera con mezzi essenzialmente psicologici, nel continuum che va dal benessere al disagio psichico rilevato. In psicologia, quindi, <i>Clinico</i> si riferisce al <b>metodo</b>, anzichè alla cura. L'aggettivo <i>Clinico</i> riferito alla psicologia ha un significato diverso, più ampio e complesso che in medicina.<br />
<u>Psicologia Clinica significa allora conoscenza della psiche del singolo soggetto attraverso una relazione intersoggettiva, che impegna una "soggettività attrezzata" di un operatore per sviluppare una migliore soggettività dell'utente. </u><br />
<br />
<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
<i>Psicologia clinica perinatale</i>, A. Imbasciati, F. Dabrassi, L. Cena, Ed. Piccin, 2007Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-746217931962575192013-01-21T01:46:00.001-08:002013-01-21T01:46:35.632-08:00Tesi: "Il terapeuta omosessuale: tra riservatezza e self-disclosure"<br />
Pubblico una piccola parte del mio lavoro di tesi di laurea, intitolato "Il terapeuta omosessuale: tra riservatezza e self-disclosure".<br />
Si tratta di una parte dell'introduzione; chi fosse interessato a maggiori chiarimenti, può inviare un commento o contattarmi direttamente.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
[...]Questo caso [ho esposto un mio caso clinico] mi ha fatto riflettere sul tema dell’orientamento sessuale,</div>
<div style="text-align: justify;">
facendomi vedere come possa assumere varie forme, e come non sia per</div>
<div style="text-align: justify;">
nulla scontato. Anzi, credo si tratti di un elemento molto importante, sia nella</div>
<div style="text-align: justify;">
costruzione d’identità propria di ogni individuo, sia all'interno di un percorso di</div>
<div style="text-align: justify;">
terapia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Leggendo la letteratura sul tema, mi sono resa conto di quanto l’opinione,</div>
<div style="text-align: justify;">
esplicita ed implicita, del terapeuta circa gli orientamenti sessuali possa</div>
<div style="text-align: justify;">
influenzare il corso della terapia stessa.</div>
<div style="text-align: justify;">
In un articolo intitolato “L’influenza del genere del paziente e dell’analista sulla</div>
<div style="text-align: justify;">
relazione analitica”, Kernberg (1998) descrive l’importanza di tenere in</div>
<div style="text-align: justify;">
considerazione il genere e l’orientamento sessuale di entrambi i partecipanti</div>
<div style="text-align: justify;">
della coppia terapeutica. Egli evidenzia come, a ciascun tipo di “abbinamento”</div>
<div style="text-align: justify;">
(terapeuta uomo con paziente donna o uomo, terapeuta donna con paziente</div>
<div style="text-align: justify;">
donna o uomo, terapeuta uomo o donna con paziente uomo o donna</div>
<div style="text-align: justify;">
omosessuale), corrispondano movimenti transferali e controtransferali</div>
<div style="text-align: justify;">
differenti. Secondo l’autore:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La conseguenza di gran lunga più importante della differenza di genere</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>tra paziente ed analista risiede a mio parere nei tempi e nell’intensità</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>dello sviluppo dei movimenti transferali di tipo erotico, e delle relative</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>difese (p.186).</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi per l’autore con il termine genere non si intende solo l’elemento di</div>
<div style="text-align: justify;">
realtà, il dato biologico dell’essere maschio oppure femmina, ma allarga il</div>
<div style="text-align: justify;">
quadro includendo altre dimensioni quali l’identità di ruolo sessuale</div>
<div style="text-align: justify;">
(dipendente più che altro da fattori culturali), l’intensità del desiderio sessuale</div>
<div style="text-align: justify;">
e la scelta dell’oggetto d’amore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Durante l’articolo, Kernberg tenta di riassumere le osservazioni degli effetti sul</div>
<div style="text-align: justify;">
transfert e sul controtransfert delle differenze di genere tra analista e paziente,</div>
<div style="text-align: justify;">
sottolineando come questi effetti siano modulati dalla continua influenza della</div>
<div style="text-align: justify;">
patologia e dello stile personale di entrambi i partecipanti al processo analitico.</div>
<div style="text-align: justify;">
In queste descrizioni l’autore include anche riflessioni su pazienti omosessuali,</div>
<div style="text-align: justify;">
sia maschi che femmine, ma non accenna all'omosessualità del terapeuta,</div>
<div style="text-align: justify;">
almeno non in modo significativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo ha acceso la mia curiosità, spostando la mia attenzione proprio verso</div>
<div style="text-align: justify;">
l’orientamento sessuale del terapeuta, con particolare accento</div>
<div style="text-align: justify;">
all'omosessualità dell’analista. Ha perciò preso il via un lavoro di ricerca in</div>
<div style="text-align: justify;">
letteratura sul terapeuta omosessuale; devo dire che non è stato un lavoro</div>
<div style="text-align: justify;">
facile, in quanto, per molte ragioni che saranno esposte nel corso della tesi, la</div>
<div style="text-align: justify;">
letteratura sul tema è ancora piuttosto scarsa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Durante questa ricerca, ho inizialmente ho affrontato il modo in cui la teoria</div>
<div style="text-align: justify;">
psicoanalitica, da Freud fino ai giorni nostri, si è approcciata all’omosessualità.</div>
<div style="text-align: justify;">
È stato curioso notare che da un Freud, pur se contraddittorio, aperto e</div>
<div style="text-align: justify;">
moderno rispetto all’epoca vittoriana, si sia poi entrati in un clima teorico</div>
<div style="text-align: justify;">
patologizzante. L’omosessualità veniva vista come una patologia, da curare,</div>
<div style="text-align: justify;">
da modificare, e le cui cause andavano cercate nella strutturazione delle</div>
<div style="text-align: justify;">
relazioni primarie infantili. E pensare che Freud diceva:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L’omosessualità non è certo un vantaggio, ma non è nulla di</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>vergognoso, non è un vizio, né una degradazione, e non può essere</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>classificata come malattia […](Jones, 1953, p.637)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E ancora:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L’impresa di trasformare un omosessuale pienamente sviluppato in un</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>eterosessuale non offre prospettive di successo molto migliori</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>dell’impresa opposta (1920, p.145).</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure, i teorici successivi non hanno raccolto tali osservazioni, elaborando</div>
<div style="text-align: justify;">
teorie che vedono l’omosessualità e l’omosessuale come qualcosa di</div>
<div style="text-align: justify;">
“sbagliato”, da curare. Questa tendenza si è protratta fino ai giorni nostri,</div>
<div style="text-align: justify;">
anche all’interno del panorama italiano; un esempio di ciò sono le cosiddette</div>
<div style="text-align: justify;">
“teorie riparative”, che fino ad ora non hanno ancora dimostrato</div>
<div style="text-align: justify;">
scientificamente la loro efficacia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel testo ho poi sottolineato come tali tipi di teorie, spesso siano il riflesso di</div>
<div style="text-align: justify;">
una tendenza omofobica propria di chi le elabora, che maschera la sua</div>
<div style="text-align: justify;">
omofobia da concetto scientifico. Non stupisce quindi che molti terapeuti</div>
<div style="text-align: justify;">
omosessuali, facendo prevalere la loro stessa omofobia interiorizzata, non</div>
<div style="text-align: justify;">
siano mai usciti allo scoperto, oppure addirittura abbiano cercato in tutti i modi</div>
<div style="text-align: justify;">
di nascondere il loro orientamento sessuale ai pazienti ed ai colleghi. Negli</div>
<div style="text-align: justify;">
ultimi anni questa tendenza sta cambiando, sia perché gli istituti di</div>
<div style="text-align: justify;">
specializzazione si sono aperti anche a candidati omosessuali (anche se solo</div>
<div style="text-align: justify;">
dagli anni Novanta), sia perché alcuni di loro si sono chiaramente rivelati</div>
<div style="text-align: justify;">
attraverso i loro scritti (vedi Isay, Drescher, Firetto, ecc).</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa maggior apertura, però, apre il problema di come gestire la rivelazione</div>
<div style="text-align: justify;">
del proprio orientamento sessuale all’interno del lavoro analitico; è necessario</div>
<div style="text-align: justify;">
comunicarlo ai pazienti? Con quale modalità?</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-71328742291551516962013-01-19T08:49:00.004-08:002013-01-19T08:49:48.175-08:00Significato psicologico del barattoUltimamente ho (ri)scoperto la vecchia arte del <b>baratto</b>. E' stata una "scoperta" che mi ha fatto tornare alla mente che in realtà, da bambina, lo facevo molto spesso: scambiare figurine, biglie e tanto altro con altri bambini. Poi, con l'inizio dell'uso del denaro (da parte mia), gli scambi si sono fatti sempre più rari, fino a scomparire del tutto.<br />
Negli ultimi anni c'è stato un fiorire di siti e blog che propongono il baratto, in particolar modo come mezzo per far fronte alla crisi economica. Dando un'occhiata qua e là su internet, mi sono accorta che esiste una fitta rete di persone che barattano, e con buoni risultati.<br />
Mi sono quindi chiesta, data la buon ampiezza del fenomeno, che riflessi psicologici possa avere l'utilizzo del baratto invece dell'acquisto.<br />
Come prima riflessione, mi sento di dire che ci hanno sempre insegnato che ogni cosa ha un costo, mentre se pensiamo al baratto, cambiamo prospettiva ed emerge che ogni cosa non ha un costo ma un <b>valore</b>. Si tratta di una differenza non solo di significato, ma anche di senso. Il valore è infatti una dimensione personale, che ognuno attribuisce a qualcosa in base alla propria personalità ed alla propria storia. Nella dimensione del valore viene coinvolta la parte affettiva, mentre nel costo e nell'acquisto la parte cognitiva.<br />
Secondariamente, a mio avviso c'è molta differenza tra lo scambiare un oggetto con del denaro e lo scambiare un oggetto con un altro oggetto. Nel baratto, infatti, si tratta sempre di scambi di cose personali, nel senso di appartenenti a quella specifica persona. E' quindi uno scambio molto più "personalizzato" rispetto allo scambio col denaro (il denaro ha infatti un "valore" prestabilito, uguale per tutti i membri della società).<br />
Ma quando parliamo di interazione tra le persone, non parliamo forse di scambio di parti di sè ("cose personali") con l'altro? E' possibile quindi pensare al baratto come una sorta di "nuovo" mezzo di relazionarsi agli altri, più vicino al funzionamento soggettivo che non l'acquisto, più affettivo e meno cognitivo.<br />
In tempi di crisi, si riscopre l'arte di arrangiarsi, e si riscoprono anche, almeno un pò, le relazioni personali.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-39803414261645281992012-12-05T04:18:00.001-08:002012-12-09T04:55:18.160-08:00Psicoterapia online? Commento...E' stato pubblicato, sulla rivista online <a href="http://www.stateofmind.it/2012/11/psicoterapia-online-prof-pim-cuijpers/" target="_blank">State Of Mind</a>, un articolo intitolato "Psicoterapia Online: una nuova Modalità di Supporto. Intervista al Prof. Pim Cuijpers", a cura di Alessia Offredi.<br />
<div>
Si tratta di un articolo nel quale vengono fatte alcune domande al Prof. <b>Pim Cuijpers</b>, riguardo l'uso della psicoterapia online. Dalla lettura appare chiaro che questo professore è favorevole all'uso dei nuovi mezzi di comunicazione in psicoterapia, e siccome avevo detto che mi sarei tenuta informata ed aggiornata sull'argomento, ecco la mia personale recensione.</div>
<div>
Nell'articolo non compaiono riferimenti circa il professore, ma cercando su internet appare subito una sua traccia (http://www.psy.vu.nl/nl/over-de-faculteit/medewerkers-alfabetisch/medewerkers-c-e/p-cuijpers/index.asp), che rivela come Cupijers sia un docente universitario dell' Università di Psicologia Clinica di Amsterdam. Negli anni, accanto a vari studi e pubblicazioni, si è concentrato sullo studio dell'efficacia della psicoterapia per il disturbo depressivo nell'adulto (http://www.evidencebasedpsychotherapies.org/). Appare quindi come un professionista competente, ma dai siti internet non è chiaro, forse anche per la mia scarsa conoscenza dell'inglese, a che tipo di psicoterapia si riferiscono (psicoanalitica, cognitiva, familiare, fenomenologica, qualsiasi tipo di psicoterapia, ecc) e a quale tipo di depressione (maggiore, reattiva?).</div>
Fatte queste premesse, devo dire che anche l'articolo di Alessia Offredi non contiene particolari riferimenti scientifici, teorici o tecnici.<br />
<div>
Riporto uno stralcio:</div>
<div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
<em style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">La psicoterapia online si rivolge a un target di persone specifico (ad esempio una particolare fascia di età, un certo livello di scolarizzazione, etc)? O, d’altro canto, vi è un target di persone che preferisce usufruire di questo tipo di supporto? </em></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
P.C. :<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;"> Le terapie online sono tanto efficaci quanto le altre psicoterapie per i comuni disturbi mentali.</strong> Non c’è alcuna ragione per affermare che siano meno valide nel trattamento di depressione, <a class="tooltipLink" href="http://www.stateofmind.it/tag/disturbo-dansia-generalizzato-gad/" id="tooltip-target-4" ref="4" style="background-color: transparent; border-bottom-color: rgb(32, 80, 126); border-bottom-style: dotted; border-width: 0px 0px 1px; color: #20507e; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: initial;" target="_blank"><strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">disturbo d’ansia generalizzata</strong></a>, <a class="tooltipLink" href="http://www.stateofmind.it/tag/panico/" id="tooltip-target-5" ref="5" style="background-color: transparent; border-bottom-color: rgb(32, 80, 126); border-bottom-style: dotted; border-width: 0px 0px 1px; color: #20507e; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: initial;" target="_blank"><strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">panico</strong></a> o <a class="tooltipLink" href="http://www.stateofmind.it/tag/ansia-sociale/" id="tooltip-target-6" ref="6" style="background-color: transparent; border-bottom-color: rgb(32, 80, 126); border-bottom-style: dotted; border-width: 0px 0px 1px; color: #20507e; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: initial;" target="_blank"><strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">fobia sociale</strong></a>. Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia delle terapie online. Che le persone scelgano o meno di intraprendere un percorso terapeutico tramite internet dipende fondamentalmente dalle preferenze del paziente.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
<span style="font-family: inherit;">A me personalmente sarebbe piaciuto sapere a quali studi il professore si riferisce, magari con qualche dato di riferimento. Inoltre l'affermazione che "la scelta [...] dipende fondamentalmente dalle preferenze del paziente" mi sembra potenzialmente pericolosa. Potrebbe significare che la scelta di come curarsi va lasciata al paziente e non al professionista che valuta, in base alle problematiche e risorse del paziente, quale è l'intervento più adatto a lui. A mio avviso si tratterebbe di una responsabilità troppo grande per il paziente, e che cambierebbe gli equilibri della relazione terapeutica. Sarebbe stato interessante chiedere al Prof. Cuijpers maggiori dettagli.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
<span style="font-family: inherit;">Potrei fare gli stessi commenti per ogni domanda/risposta di questo articolo; in sostanza, ritengo che, seppur molto interessante, sia troppo generico e poco approfondito.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
Sicuramente emerge che all'estero gli psicologi si sono aperti alle nuove tecnologie in misura maggiore che in Italia. In effetti noi dormiamo un pò sugli allori, ma credo che comunque siano necessari degli studi molto approfonditi su questo genere di terapie. Molte questioni vanno approfondite, come ad esempio il setting, elemento fondante e contenitore dell'intera terapia. Se questo viene a mancare, cosa resta? Oppure è possibile individuare un nuovo setting on line? Se si, quale?</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
Insomma, le domande sono molte, di difficile risposta. Credo che, pur guardando con curiosità ed attenzione a questo fenomeno, sia necessario ancora molto lavoro di studio e sistematizzazione della tecnica prima di potervi accedere.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; outline: 0px; padding: 0px 0px 10px;">
<br /></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-85678819968543850442012-12-03T06:07:00.002-08:002012-12-04T09:45:23.374-08:00Le nuove prospettive delle neuroscienze, 12/11/2012Il giorno 12 Novembre 2012, si è tenuto a Brescia, presso l'Università degli Studi di Medicina, un'importante convegno intitolato: "Le nuove prospettive delle neuroscienze".<br />
All'interno di questo interessantissimo convegno, sono intervenuti molti docenti e studiosi, su un tema particolarmente interessante ed attuale: le nuove prospettive delle neuroscienze e la loro relazione con la psicoanalisi.<br />
Il primo intervento, intitolato "Memoria: traccia fragile e dinamica", è stato tenuto dalla Dottoressa Maria Cristina <b>Alberini</b> (http://www.cns.nyu.edu/corefaculty/Alberini.php). La Dottoressa lavora presso l'università di New York, e si occupa di ricerca nell'ambito dei meccanismi biologici della memoria.<br />
Durante il convegno, ha trattato in particolare i meccanismi della memoria a lungo termine, e della memoria esplicita (dichiarativa). Grazie alle sue ricerche, è stato stabilito che ci sono alcuni tipi di molecole che permettono alle memorie di formarsi, e che rispondono al livello di stress. Quindi si può dire che una certa dose di stress è funzionale alla formazione delle memorie, che però successivamente devono passare attraverso una fase di <i>consolidamento</i>. Questa fase dura circa 24 ore; significa che nelle prime 24 ora da un particolare evento, la memoria di tale evento si consolida tramite un processo chimico di sintesi proteica. Da questo momento in poi, contrariamente alla classica concezione di un processo lineare, ogni volta che una memoria viene ricordata ritorna in uno stato di labilità; è quindi necessario un ulteriore processo di <i>riconsolidamento</i> della memoria. Questo processo serve sia per rafforzare maggiormente le memorie, ma anche per permettere che le memorie evocate nel presente creino nuove associazioni con l'ambiente circostante. Ciò è molto importante per la psicoanalisi; significa che la funzione del terapeuta è creare nuovi stati emotivi nel paziente, che permettano nuove associazioni.<br />
L'intervento successivo, intitolato "I primi mesi di vita e la memoria implicita", è stato tenuto dal Prof. Antonio <b>Imbasciati</b> (http://www.imbasciati.it/) e dal Prof. Pier Franco <b>Spano</b> (http://www.linkedin.com/pub/pier-franco-spano/27/b69/428). L'intervento ha focalizzato l'attenzione su come negli anni si sia arrivati al confronto tra neuroscienze e psicoanalisi. In psicoanalisi, dopo Freud, c'è sempre stata l'attenzione al bambino piccolo (autori quali Melanie Klein, Winnicott, Mary Ainsworth), fino all'elaborazione della Teoria dell'attaccamento (Bowlby). Con questa teoria è emerso come le interazioni dei primi due anni di vita, che sono di tipo non-verbale, strutturino le successive esperienze relazionali. E' quindi stato sottolineato come i primi due anni di vita, nonchè i mesi intrauterini, siano di importanza fondamentale per la strutturazione della memoria e delle relazioni.<br />
Il penultimo intervento, intitolato "Tra neuroni ed esperienza. Le neuroscienze e la genesi di soggettività ed intersoggettività", è stato tenuto dal Prof. <b>Vittorio Gallese</b> (http://www.unipr.it/arpa/mirror/english/staff/gallese.htm). In questo intervento il professore ha spiegato l'ormai noto funzionamento dei Neuroni Specchio, che ci permettono di avere un accesso al mondo esperienziale dell'altro. Dato che questo tipo di neuroni, o di insiemi di neuroni, risponde a stimoli di tipo motori (sia eseguiti da me stesso che eseguiti da altri) e permette di comprendere i significati e le intenzioni degli altri, si può dire che a livello base l'Intersoggettività è <i>intercorporeità</i>. Tutto ciò crea un collegamento importantissimo tra tutti gli interventi proposti: meccanismi mnemonici, comunicazione non verbale, intersoggettività, perinatalità. Possiamo dire che i neuroni specchio si configurano come una "prova" della base biologica degli assunti psicoanalitici, cioè della formazione dell'intersoggettività e dell'empatia.<br />
L'ultimo intervento, chiamato "Psicoanalisi e neuroscienze: prospettive di incontro e ricerca", è stato tenuto dal Prof. Silvio <b>Merciai</b> (http://merciai.blogspot.it/). In questo intervento il professore mette l'accento su quanto ad oggi la psicoanalisi non possa più ignorare l'influenza delle scoperte neuroscientifiche. La psicoanalisi deve ormai fare un grosso lavoro di integrazione delle nuove scoperte con la tecnica classica, anche a costo di perdere qualcosa (come ad esempio la concettualizzazione delle Libere Associazioni).Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-78915921014122084982012-11-22T04:23:00.000-08:002012-11-22T04:23:22.179-08:00Conclusione e conclusioni del processo analitico<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
La conclusione
è parte fondamentale del processo analitico. È implicitamente già presente dall’inizio
di una terapia, in quanto una relazione terapeutica è una relazione “a termine”.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Nella teorizzazione
psicoanalitica classica, la conclusione era stata inizialmente sottovalutata da
Freud. Nel tempo, però, egli è arrivato a concettualizzare il processo
analitico come una continua ed approfondita analisi di transfert. Di conseguenza,
una volta risolto il transfert, e quindi elaborato e “svelato” il rimosso, era
possibile concludere una terapia. In quest’ottica, il processo di separazione
era unilaterale; era cioè il paziente che si separava dal terapeuta. L’aspetto
controtransferale non veniva sottolineato.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Nelle concezioni
attuali, e nell’ottica intersoggettivista in particolare, la separazione finale
avviene a due livelli: interattivo e meta-interattivo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Il livello
interattivo è quello reale, quello cioè della separazione tra due persone. Qui,
a differenza della teoria classica, non è solo il paziente che si separa dal
terapeuta, ma è anche il terapeuta che si separa dal paziente, in quanto
persone, individui.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Il livello meta-interattivo
è invece quello asimmetrico, nel quale si separano una persona esperta ed una
che non lo è. Da questo punto di vista, la conclusione fa emergere la teoria
del paziente sulle separazioni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
In questo
senso, la conclusione viene intesa sia come fase processuale, sia come evento
specifico, di separazione reale. Perché la conclusione sia una fase utile e
significativa del processo analitico, bisogna fare una buona valutazione del
momento adatto per quel particolare paziente, nonché arrivare al raggiungimento
di alcuni obiettivi propri di questa fase.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Per capire
quando ipotizzare una conclusione, ci si può affidare ad alcuni criteri; in
particolare alla valutazione della teoria emotiva del paziente, cioè se si è
passati da un’organizzazione rigida e limitata ad una ampia e flessibile. In linea
con questa considerazione, gli obiettivi di questa fase sono: il consolidamento
e l’integrazione dei nuovi convincimenti emotivi, l’acquisizione della
multimodalità, della capacità di contestualizzazione, nonché l’acquisizione del
senso di separatezza ed alterità e l’acquisizione della consapevolezza delle
proprie azioni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
In linea
teorica, quindi, quando in un contesto analitico sussistono i criteri per poter
pensare ad una conclusione, paziente e terapeuta decidono insieme che è tempo
di terminare, fissano una data, ed affrontano insieme il processo della
conclusione.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Calando,
però, la teoria all’interno della clinica, si può osservare che non sempre le
cose funzionano così.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Infatti non
sempre si arriva all’ultima seduta avendo fatto tutto ciò che era possibile
fare a quella specifica coppia paziente/terapeuta. In altri casi, la
conclusione può avvenire in fasi diverse, oppure può non avvenire mai. Si parla
quindi di interruzione, e non di conclusione.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Se ciò
avviene in fase iniziale, probabilmente è a causa di un eccesso di dissimilarità
tra paziente e terapeuta, tale da non consentire l’attivazione della relazione.
In fase centrale un’interruzione è probabilmente dovuta ad una difficoltà del
terapeuta a rimodellare il campo. In fase finale, di fronte alle difficoltà di
separazione, è possibile assistere ad una conclusione agita (cioè il paziente
che termina prima della data concordata), oppure alla non-conclusione, cioè all’instaurarsi
di una terapia a vita, nella quale la conclusione viene sempre rimandata.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Già da
queste osservazioni, si può capire come la clinica sia molto più “variabile”
rispetto alla teoria. Così come la terapia va costruita “su misura”, cioè
adattata a quella particolare coppia terapeutica, anche la conclusione sarà su
misura.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Innanzitutto
bisogna considerare che il punto di arrivo di ogni paziente sarà diverso, anche
in base al quadro relazionale di appartenenza. Cioè, un paziente appartenente
al quadro razionalizzante, potrà avere risultati ben diversi da un paziente
appartenente ad un quadro ostile-abusante. Questo anche in base al quadro di
appartenenza del terapeuta. È quindi necessario riuscire ad effettuare una
diagnosi della coppia terapeutica, per capire fino a che punto potranno
arrivare, quali relazioni saranno attivabili.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Inoltre,
ogni coppia troverà la propria modalità di concludere, oltre che in base ai
quadri di appartenenza, anche in quanto persone, con la propria soggettività. Infatti
ogni terapeuta avrà una propria modalità, che sarà adattata ad ogni singolo
paziente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
In questo
senso possiamo parlare di conclusioni, al plurale.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
Infatti,
tenendo sempre ben presente la conclusione dal punto di vista teorico e
tecnico, è impensabile il non adattarla ad ogni individuo, creando così
infinite conclusioni, una per ogni coppia paziente/terapeuta.<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-65920207729472954352012-11-19T12:45:00.003-08:002012-11-19T12:47:46.842-08:00Psicoterapie telefoniche?Cerco di rispondere ai dubbi sollevati da un lettore del precedente articolo "Interpretazione come autosvelamento". La questione che mi è stata posta è la seguente: "Se solo ora ci si pone la questione sull'essere umano nella stanza insieme al paziente, perchè fino ad ora le sedute non sono state fatte al telefono?".<br />
Credo che questa domanda meriti risposte a più livelli.<br />
Innanzitutto, riferendomi al "solo ora" non intendo certo gli ultimi mesi. Si tratta di un "ora" relativo alla teoria scientifica; contando che la psicoanalisi ha una storia di poco più di un centinaio di anni, se consideriamo gli ultimi dieci-quindici anni, questi appaiono come una finestra temporale molto breve, rispetto all'intera storia scientifica. Con questo intendo dire che l'attenzione data al ruolo del terapeuta è relativa alle ultime decadi, che in un'ottica scientifica è un tempo piuttosto esiguo.<br />
Secondariamente, con l'articolo precedente la mia intenzione era quella di sottolineare come, nelle ultime ottiche scientifiche, è stato (ri)valutato il controtransfert (cioè la "reazione" del terapeuta al paziente) come facente parte a pieno titolo della terapia. Anzi, secondo gli autori dell'intersoggettivismo (Stolorow, Atwood), è proprio grazie al contributo di quello specifico terapeuta con quel determinato paziente in un preciso momento della vita di entrambe, che permette di strutturare una determinata relazione terapeutica.<br />
Nella psicoanalisi classica (cioè secondo l'impostazione di Freud) le reazioni del terapeuta al paziente (controtransfert) erano percepite come una sorta di "disturbo", perchè non permettevano al terapeuta di osservare le reazioni transferali del paziente. Inoltre era concettualizzato che quanto portato dal paziente in seduta fosse tutto "farina del suo sacco", mentre ora è assodato che è in stretta relazione con la persona del terapeuta. In sostanza, paziente e terapeuta si influenzano reciprocamente, un vero e proprio "dialogo tra inconsci", che viene considerato a pieno titolo facente parte della terapia,<br />
Diciamo che, nel corso del Novecento, c'è stata una sorta di "rovesciamento" all'interno della teoria psicoanalitica. Freud ha concepito la psicoanalisi con gli occhi di uno scienziato (era neurologo), in un periodo scientifico improntato al positivismo; cioè esisteva lo studioso da un lato, e l'oggetto di studio dall'altro. E' questo punto di vista che si è modificato col tempo, quando per la scienza era ormai innegabile che l'osservatore influisce, con l'osservazione, sull'osservato. Assodato che l'obiettività pura è irraggiungibile, soprattutto se ci riferiamo alle relazioni umane, ecco che allora si pone più in risalto la figura dell'osservatore (il terapeuta, nel nostro caso) come facente parte del fenomeno osservato.<br />
Rispetto al mezzo col quale viene osservato il fenomeno, cioè il faccia a faccia piuttosto che il telefono, bisogna premettere che Freud stesso parte da un modello medico. Come medico, era abituato a vedere i propri pazienti in uno studio, stesi su di un lettino. Quando inizia a "curare con le parole", si accorge che la visione reale del paziente davanti a sè, racchiude una grossa mole di informazioni, altrimenti non osservabili. Si tratta di tutto ciò che è racchiuso sotto il termine di "non verbale". Nel non verbale sono considerati tutti i movimenti del corpo, del viso, con quale modalità vengono eseguiti, in quale momento dell'interazione vengono eseguiti, in relazione a quali contenuti, la prossemica, il modo di occupare lo spazio, e via dicendo. Va da sè che utilizzando una modalità come quella telefonica, tutto ciò viene meno.<br />
Inoltre, la possibilità di vedere il paziente in uno studio, permette di strutturare quello che è chiamato Setting. Per setting si intende tutto l'insieme di oggetti fisici che compongono lo studio e delle regole della terapia (orari fissi, pagamento, durata dei colloqui, pause festive, ecc.). Il setting ha l'importante funzione di strutturare e tutelare la terapia ed il terapeuta, nonchè di far emergere molti aspetti del paziente (ad esempio se riesce a stare alle regola imposte). Con modalità diverse dal vedersi faccia a faccia, tutto ciò verrebbe a mancare, e si otterrebbe un lavoro terapeutico completamente differente.<br />
A quanto ne so io, non ci sono in Italia terapeuti che svolgono psicoterapie telefoniche.<br />
D'altro canto è vero che, con l'avvento del web, sta emergendo la possibilità di lavorare online, e quindi fare consulenze via web. E' ancora un campo estremamente nuovo, non studiato e pieno di pericoli. Al momento l'Ordine degli Psicologi della Lombardia si esprime così in merito alla regolazione di terapie on-line (e affini):<br />
<br />
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 11px; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, geneva, sans-serif;"><strong>4.1.1 </strong>In considerazione del rapido sviluppo dei sistemi di comunicazione e delle ricadute di questi sulla pratica professionale a distanza, gli psicologi devono utilizzare con cautela soprattutto quelli ancora mancanti di una base di ricerca consolidata.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 11px; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, geneva, sans-serif;"><strong>4.1.2 </strong>È un dovere professionale dello psicologo che opera a distanza di informarsi sulle caratteristiche e sui limiti dei mezzi utilizzati e di tenere conto della ancora ridotta disponibilità di informazioni sulle differenze con l’interazione diretta.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 11px; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, geneva, sans-serif;"><strong>4.1.3 </strong>Lo psicologo tiene conto dei limiti della propria competenza sugli strumenti e sulla tecnologia che utilizza e, conseguentemente, attiva servizi ed intraprende solo attività compatibili con tali limiti.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 11px; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, geneva, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: inherit; font-size: small; text-align: start;"> Appare chiaro che l'Ordine si riferisce al web, ma si esprime in generale rispetto a mezzi di comunicazione diversi dall'impostazione classica. Viene sottolineato come questi sistemi di comunicazione non siano ancora stati studiati, e non sia quindi possibile prevederne i limiti o gli eventuali vantaggi.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: inherit; font-size: small; text-align: start;">Il mio personale pensiero è che non ci sia alcun mezzo di comunicazione che sia equiparabile all'interazione faccia a faccia. Anche pensando alle relazioni quotidiane, della vita di ognuno, sentirsi per telefono è una cosa, ma passare del tempo insieme ha un valore completamente diverso.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: inherit; font-size: small; text-align: start;">Per tutti questi motivi ritengo che non sia possibile fare psicoterapia al telefono, oppure online, via mail o skype, anche se so che sono mezzi che si stanno diffondendo, sicuramente da tenere d'occhio (a tal proposito, è uscita da poche settimane in italia una serie televisiva, che non sono ancora riuscita a guardare, intitolata "Webteraphy"). Spero che la spiegazione sia stata esauriente.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: inherit; font-size: small; text-align: start;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: inherit; font-size: small; text-align: start;">BIBLIOGRAFIA</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; margin-bottom: 8px; margin-top: 8px; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: inherit; font-size: small; text-align: start;">www.opl.it</span></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-664836572313097957.post-92203576713068778792012-11-11T08:19:00.000-08:002012-11-12T11:50:23.875-08:00Interpretazione come autosvelamento<br />
<div class="Standard">
Nella teoria psicoanalitica classica, l'interpretazione è
stata concepita come un intervento fatto dall'analista verso il paziente, che
aggiunge qualcosa di nuovo alla sua conoscenza della propria vita psichica
tramite un processo di insight.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
In questa concezione è implicita l'idea del paziente come
oggetto di studio, e “ricevente passivo” delle interpretazioni dell'analista.
Dal canto suo, l'analista è concepito come uno specchio, neutrale all'interno
della seduta, a cui non è permesso esprimere la propria soggettività. Anzi, le
proprie reazioni al paziente, cioè il controtransfert, viene inizialmente visto
come elemento disturbante e per cui l'analista necessita di ulteriore analisi.
La soggettività del terapeuta non deve perciò entrare all'interno della seduta,
in quanto “disturbante” per il processo del paziente.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
Con le nuove teorie, a partire dalle teorie relazionali fino
all'intersoggettivismo, tutto ciò subisce un cambiamento.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
Innanzitutto l'analisi è vista come un processo di campo, nel
quale i componenti del campo (paziente ed analista) co-creano nuovi
significati. In questa differente visione, anche l'interpretazione acquisisce
un nuovo senso. Si parla di processo interpretativo, non di sola
interpretazione, proprio perché si tratta di un intervento co-creato sia dal
terapeuta che dal paziente. Ha il suo culmine nell'esplicitazione di contenuto
che il terapeuta fa, ma questo non è che l'ultimo passaggio di un processo di
cambiamento iniziato tempo prima; trae i suoi elementi dal materiale esplicito
ed implicito che paziente e terapeuta vivono in seduta, e viene così
co-costruita.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
È perciò un intervento tecnico che genera un cambiamento,
così come concettualizzato nella teoria classica, ma viene sottolineato anche
il fatto che essa stessa si generi da un processo di cambiamento già in atto,
senza il quale l'interpretazione non avrebbe un impatto mutativo nel campo.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
Questo cambiamento generato è reso possibile dal fatto che
un'interpretazione contiene tre dimensioni: quella affettivo/esperienziale,
quella cognitivo/introspettiva e quella relazionale/interattiva.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
La teoria classica spiegava la natura del cambiamento
prendendo in considerazione solo la dimensione cognitivo/introspettiva,
tralasciando le altre due e parlando perciò di un analista “anonimo e
neutrale”. Le tre dimensioni sono però ugualmente importanti, e presenti in
ogni intervento terapeutico, ma quella più trascurata dalla letteratura è
sempre stata quella affettivo/esperienziale. Questa dimensione sottolinea la
necessità e l'ineludibilità del coinvolgimento dell'analista nel processo
terapeutico.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
Utilizzando l'ottica intersoggettiva, e quindi la teoria di
campo, risulta evidente come il contributo del terapeuta sia essenziale, ed
anzi sia proprio la sua soggettività che determina il cambiamento del paziente.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
La teoria classica eleggeva l'interpretazione a elemento
tecnico principale (se non unico); nel panorama teorico attuale l'interpretazione
perde questo primato, in quanto le dimensioni in essa contenute sono proprietà
anche di tutti gli altri interventi che avvengono in seduta. Tutti gli
interventi, tutte le “mosse relazionali” (Stern, “Il momento presente”), così
come informano il terapeuta sul funzionamento mentale del paziente, allo stesso
modo informano il paziente sui processi di pensiero del terapeuta. In questo
modo, in qualsiasi momento della seduta il terapeuta trasmette la propria
soggettività, ed è proprio questo che permette al paziente di creare una
relazione col terapeuta.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
Negli interventi, è proprio la dimensione
affettivo/esperienziale che determina il potere trasformativo degli interventi
stessi. L'efficacia di questi è legata proprio alla misura in cui esprimono la
responsività affettiva del terapeuta. In questo modo il terapeuta, oltre a
trasmettere la propria dimensione affettiva, trasmette anche informazioni su sé
stesso, sulle proprie modalità di funzionamento. Possiamo parlare di un
processo di autosvelamento (Self-disclosure), inevitabile ma di cui il
terapeuta deve essere il più consapevole possibile per poterlo rendere
terapeuticamente efficace.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
I pazienti hanno bisogno, per creare una relazione col
terapeuta, di sentire che hanno avuto un effetto su di lui, e che anche lui è
una persona come loro. Per questo è importante trasmettere la dimensione
affettiva e la propria soggettività, che è percepibile non solo dagli
interventi verbali, ma anche e soprattutto dal non verbale e dall'implicito.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
La dimensione implicita è estremamente importante, proprio
perché veicola elementi propri del terapeuta che non sono mediati dalla
comunicazione verbale e perciò più difficili da gestire. Si può parlare di una
vera e propria comunicazione tra inconsci, quello del terapeuta e quello del
paziente.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
<br /></div>
<div class="Standard">
Questo aspetto della tecnica, cioè il fatto che qualsiasi
intervento trasmetta la soggettività del terapeuta, mi ha molto colpito ed
interessato. Soprattutto, vi ho trovato riscontro nella mia pratica clinica. Ho
infatti notato come, all'interno di una seduta, tutto ciò che accade sia
co-determinato da aspetti miei personali, a volte inconsapevoli. Il mio assetto
interno ha influenza su quanto i pazienti esprimono di sé, e gli interventi che
formulo, pur essendo legati a delle “regole” tecniche, riflettono la mia
personalità. Mi rendo conto che probabilmente in alcuni casi è emerso anche
troppo di me nelle sedute, nel senso che non sono riuscita a mediare la mia
soggettività in funzione del paziente e del momento nel quale ci troviamo.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
Responsabilità del terapeuta è proprio questa: essere il più
consapevole possibile dei vari aspetti della propria soggettività, e riuscire a
mediarli in modo che siano funzionali a quel determinato paziente in quel
determinato momento.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
In questo senso la tecnica è utile, nel senso che permette la
modulazione dell'espressione dell'affettività ed emotività del terapeuta,
mantenendo quindi nel lavoro analitico la tensione tra aspetti personali ed
aspetti tecnici. È quindi vero che tutto, all'interno della seduta,
dall'esplicito all'implicito, trasmette la soggettività del terapeuta, ma è
anche vero che la tecnica aiuta ad utilizzare in modo terapeutico l'espressione
della soggettività, o meglio l'incontro delle due soggettività. L'interpretazione,
uno degli elementi della tecnica, è quindi oggi non solo uno strumento
intrapsichico (concezione classica), ma anche intersoggettivo. Come dice Aron
(“Menti che si incontrano”), un'interpretazione mette in contatto analista ed
analizzando, gettando un ponte sullo spazio transizionale tra loro, li collega
grazie all'incontro delle menti.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
La mia intenzione è quella di sottolineare come questo
incontro delle menti sia favorito e reso possibile grazie al processo di
autosvelamento (Self-disclosure), implicito in ogni intervento tecnico, e
quindi anche all'interno dell'interpretazione.<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
<br /></div>
<div align="right" class="Standard" style="text-align: right;">
<br /></div>
<div class="Standard">
BIBLIOGRAFIA<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
<br /></div>
<div class="Standard">
“Intersoggettività e lavoro clinico_Il contestualismo nella
pratica psicoanalitica”, D.M. Orange, G.E. Atwood, R.D. Stolorow. Raffaello
Cortina Editore, 1999<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
“I contesti dell'essere_Le basi intersoggettive della vita
psichica”, G.E. Atwood, R.D. Stolorow. Bollati Boringhieri, 1995<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
“La prospettiva intersoggettiva”, G.E. Atwood, R.D. Stolorow,
B. Brandchaft. Borla, 1996<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
“Menti che si incontrano”, L.Aron. Raffaello Cortina Editore,
2004<o:p></o:p></div>
<div class="Standard">
“Il momento presente. In psicoterapia e nella vita
quotidiana”, D. Stern. Raffaello Cortina Editore, 2005<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com