sabato 19 gennaio 2013

Significato psicologico del baratto

Ultimamente ho (ri)scoperto la vecchia arte del baratto. E' stata una "scoperta" che mi ha fatto tornare alla mente che in realtà, da bambina, lo facevo molto spesso: scambiare figurine, biglie e tanto altro con altri bambini. Poi, con l'inizio dell'uso del denaro (da parte mia), gli scambi si sono fatti sempre più rari, fino a scomparire del tutto.
Negli ultimi anni c'è stato un fiorire di siti e blog che propongono il baratto, in particolar modo come mezzo per far fronte alla crisi economica. Dando un'occhiata qua e là su internet, mi sono accorta che esiste una fitta rete di persone che barattano, e con buoni risultati.
Mi sono quindi chiesta, data la buon ampiezza del fenomeno, che riflessi psicologici possa avere l'utilizzo del baratto invece dell'acquisto.
Come prima riflessione, mi sento di dire che ci hanno sempre insegnato che ogni cosa ha un costo, mentre se pensiamo al baratto, cambiamo prospettiva ed emerge che ogni cosa non ha un costo ma un valore. Si tratta di una differenza non solo di significato, ma anche di senso. Il valore è infatti una dimensione personale, che ognuno attribuisce a qualcosa in base alla propria personalità ed alla propria storia. Nella dimensione del valore viene coinvolta la parte affettiva, mentre nel costo e nell'acquisto la parte cognitiva.
Secondariamente, a mio avviso c'è molta differenza tra lo scambiare un oggetto con del denaro e lo scambiare un oggetto con un altro oggetto. Nel baratto, infatti, si tratta sempre di scambi di cose personali, nel senso di appartenenti a quella specifica persona. E' quindi uno scambio molto più "personalizzato" rispetto allo scambio col denaro (il denaro ha infatti un "valore" prestabilito, uguale per tutti i membri della società).
Ma quando parliamo di interazione tra le persone, non parliamo forse di scambio di parti di sè ("cose personali") con l'altro? E' possibile quindi pensare al baratto come una sorta di "nuovo" mezzo di relazionarsi agli altri, più vicino al funzionamento soggettivo che non l'acquisto, più affettivo e meno cognitivo.
In tempi di crisi, si riscopre l'arte di arrangiarsi, e si riscoprono anche, almeno un pò, le relazioni personali.