mercoledì 5 dicembre 2012

Psicoterapia online? Commento...

E' stato pubblicato, sulla rivista online State Of Mind, un articolo intitolato "Psicoterapia Online: una nuova Modalità di Supporto. Intervista al Prof. Pim Cuijpers", a cura di Alessia Offredi.
Si tratta di un articolo nel quale vengono fatte alcune domande al Prof. Pim Cuijpers, riguardo l'uso della psicoterapia online. Dalla lettura appare chiaro che questo professore è favorevole all'uso dei nuovi mezzi di comunicazione in psicoterapia, e siccome avevo detto che mi sarei tenuta informata ed aggiornata sull'argomento, ecco la mia personale recensione.
Nell'articolo non compaiono riferimenti circa il professore, ma cercando su internet appare subito una sua traccia (http://www.psy.vu.nl/nl/over-de-faculteit/medewerkers-alfabetisch/medewerkers-c-e/p-cuijpers/index.asp), che rivela come Cupijers sia un docente universitario dell' Università di Psicologia Clinica di Amsterdam. Negli anni, accanto a vari studi e pubblicazioni, si è concentrato sullo studio dell'efficacia della psicoterapia per il disturbo depressivo nell'adulto (http://www.evidencebasedpsychotherapies.org/). Appare quindi come un professionista competente, ma dai siti internet non è chiaro, forse anche per la mia scarsa conoscenza dell'inglese, a che tipo di psicoterapia si riferiscono (psicoanalitica, cognitiva, familiare, fenomenologica, qualsiasi tipo di psicoterapia, ecc) e a quale tipo di depressione (maggiore, reattiva?).
Fatte queste premesse, devo dire che anche l'articolo di Alessia Offredi non contiene particolari riferimenti scientifici, teorici o tecnici.
Riporto uno stralcio:
La psicoterapia online si rivolge a un target di persone specifico (ad esempio una particolare fascia di età, un certo livello di scolarizzazione, etc)? O, d’altro canto, vi è un target di persone che preferisce usufruire di questo tipo di supporto? 
P.C. : Le terapie online sono tanto efficaci quanto le altre psicoterapie per i comuni disturbi mentali. Non c’è alcuna ragione per affermare che siano meno valide nel trattamento di depressione, disturbo d’ansia generalizzatapanico o fobia sociale. Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia delle terapie online. Che le persone scelgano o meno di intraprendere un percorso terapeutico tramite internet dipende fondamentalmente dalle preferenze del paziente.
A me personalmente sarebbe piaciuto sapere a quali studi il professore si riferisce, magari con qualche dato di riferimento. Inoltre l'affermazione che "la scelta [...] dipende fondamentalmente dalle preferenze del paziente" mi sembra potenzialmente pericolosa. Potrebbe significare che la scelta di come curarsi va lasciata al paziente e non al professionista che valuta, in base alle problematiche e risorse del paziente, quale è l'intervento più adatto a lui. A mio avviso si tratterebbe di una responsabilità troppo grande per il paziente, e che cambierebbe gli equilibri della relazione terapeutica. Sarebbe stato interessante chiedere al Prof. Cuijpers maggiori dettagli.
Potrei fare gli stessi commenti per ogni domanda/risposta di questo articolo; in sostanza, ritengo che, seppur molto interessante, sia troppo generico e poco approfondito.
Sicuramente emerge che all'estero gli psicologi si sono aperti alle nuove tecnologie in misura maggiore che in Italia. In effetti noi dormiamo un pò sugli allori, ma credo che comunque siano necessari degli studi molto approfonditi su questo genere di terapie. Molte questioni vanno approfondite, come ad esempio il setting, elemento fondante e contenitore dell'intera terapia. Se questo viene a mancare, cosa resta? Oppure è possibile individuare un nuovo setting on line? Se si, quale?
Insomma, le domande sono molte, di difficile risposta. Credo che, pur guardando con curiosità ed attenzione a questo fenomeno, sia necessario ancora molto lavoro di studio e sistematizzazione della tecnica prima di potervi accedere.